martedì 30 ottobre 2012

8 e 9 novembre: ricorrenza della seconda Repubblica Pisana

8 e 9 novembre 1494 Ricorrenza della Seconda Repubblica Pisana (1494-1509)

La Compagnia di Calci ricorda tutti i Pisani e le Pisane della Città e della Provincia che lottarono contro Firenze e vari Stati italiani ed europei per mantenere libera la Repubblica Pisana dal 1494 fino al 1509: quella resistenza fu talmente eroica, che i pisani vennero definiti la gloria e l’onore degli Italiani.
Nel 1494 Carlo VIII Re di Francia giunse in Italia per conquistare il Meridione, sul quale vantava diritti di successione: il viaggio di ritorno poteva essere insidioso e denso di pericoli, quindi il Re francese pensò di farsi degli alleati durante il viaggio d’andata.
La sera del 8 novembre il Re venne ricevuto nel "Palazzo Blu", sul Lungarno Gambacorti, recentemente restaurato e decorato di colore celeste, allora di proprietà di Giovanni Bernardino Dell’Agnello. La tradizione orale ci narra che dopo il ricevimento, prese la parola una bellissima ragazza vicarese, Loisa Del Lante, la quale convinse, con un accorato appello, il Re a restituire la libertà alla Repubblica Pisana.
Leggenda o verità, Pisa venne liberata e la gioia dei pisani fu incontenibile, vennero cacciati i fiorentini, e tutto il contado pisano si ribellò: Buti, Vecchiano, Ripafratta e tutta la Valdiserchio, Vicopisano, Cascina, Calcinaia, Bientina e Calci, i castelli di Lari, Cevoli, Guardistallo, Palaia, Ponsacco, Peccioli, Riparbella, Lorenzana, Fauglia, Santa Luce, Usigliano, Morrona, Terricciola, Chianni, Soiana e grosso modo tutti i castelli pisani che oggi formano le Province di Pisa e di Livorno.
Seguirono 15 anni di guerre, massacri, deportazioni: a Pisa affluirono nel 1499 gli abitanti della Provincia, che insieme ai cittadini resisterono alla fame e alle cannonate.
L’ultima vittoria pisana avvenne l’8 aprile 1509 quando i pisani uscirono dalla Porta a Piagge con la bandiera di Firenze, gridando Marzocco! Marzocco! (il Marzocco è il leone, simbolo di Firenze, che tiene sotto la zampa destra il giglio di Firenze) in segno di resa: e quando i fiorentini ingenuamente abboccarono, i pisani attaccarono e sconfissero l’avversario.
Ma l’assedio continuò e con esso anche la carestia assillò la popolazione, non restò quindi che la resa, firmata nel maggio del 1509 da dieci pisani (cinque della città e cinque del contado) (uno era Thomas Meucci da Montemagno) i pisani prigionieri vennero rilasciati e i fiorentini rientrarono in Pisa l’8 giugno.
In conclusione, questa guerra impartì una dura lezione a Firenze, sia dal punto di vista militare, che soprattutto a livello di diplomazia italiana ed europea, e non da meno furono gli sforzi economici ma soprattutto di vite umane, che Firenze fu costretta ad impiegare per la riconquista di Pisa e del suo contado, nonché le innumerevoli umiliazioni per le sconfitte inflitte dagli indomiti Pisani.
In questa guerra andarono distrutte la maggior parte delle fortificazioni militari e gran parte dell’arredo urbano di Pisa, Calci, Buti, Ponsacco e altri paesi.
Tanti pisani lasciarono la città, preferendo ire sparsi per lo mondo prima di soggiacere a Firenze, ma anche la Repubblica Fiorentina, indebolita da questa guerra, trovò la sua fine nel 1530 grazie all’avvento al potere dei Medici, che dettero vita al Granducato di Toscana.
Alla fine le due grandi rivali, Pisa e Firenze, si annullarono a vicenda.

venerdì 26 ottobre 2012

aiutiamo la Misericordia

aiutiamo tutti la Misericordia di Calci! la Compagnia di Calci intende pubblicamente ringraziare la Misericordia per tutte le innumerevoli iniziative benefiche a favore dei calcesani!

20 ottobre pulizia della Verruca


Pisa Capoluogo


10 OTTOBRE spedita una mail al Consigliere Provinciale Stefano Lazzerini ed ai membri del Pd calcesano perchè si attivino con i Consiglieri Provinciali e i Deputati Nazionali "pisani" per fare tutto il possibile per far rimanere Pisa Capoluogo di Provincia.
Protocollata in Comune, una richiesta di adesione del Comune di Calci al Comitato Pisa Capoluogo, al Sindaco ed ai Capigruppi Consiliari.
Ha risposto in maniera positiva il Consigliere Provinciale Stefano Lazzerini.
Il Sindaco ha risposto che non aderirà, mentre il pd calcesano non ha nemmeno risposto.

17 novembre VIII Premio Vincente Della Chiostra di Meuccio




La Compagnia di Calci Vi invita alla premiazione dell'VIII Premio Vincente Della Chiostra di Meuccio.
Sabato 17 novembre alle ore 17.00 presso la Sala Consiliare (g.c.) del Palazzo Comunale di Calci.

2005 Angiolo Chini (per il Molino dei Gangalandi)
2006 Varo Consani e la Corale di Santa Cecilia
2007 Filarmonica Verdi
2008 Gruppo Volontari Antincendio Paolo Logli
2009 Rober Glass
2010 Franco Adami
2011 Don Mirello Paoletti
2012 Mario Pellegrini

Quest'anno la Compagnia di Calci in collaborazione con il Comune di Calci e le Associazioni Calcesane, assegna il Premio a Mario Pellegrini per essersi sempre battuto per la Comunità di Calci, dalla resistenza alla costruzione della strada panoramica del Monte Serra, al miglioramento del Galilei, per la costruzione della Palestra Libertas, per aver scritto numerosi opuscoli riguardanti la vita calcesana del XX secolo.


perchè festeggiamo il mese di novembre

Dal 1494 al 1509 la Repubblica Pisana tornò indipendente liberandosi dal giogo fiorentino che durava dal 1406, i calcesani combatterono fino all’ultimo, a fianco della Repubblica Pisana.
Nel 1499 i Contadini Pisani, grosso modo delle attuali Province di Pisa e Livorno, entrarono in Città per difenderla e insieme ai Cittadini resistettero a 10 anni di assedio, soli contro le cannonate di Stati Italiani ed Europei, tanto da venir definiti "la gloria et l'honor de li Italiani", fino al 1509, quando venne firmata la "pace".
questa guerra impartì una dura lezione a Firenze, dal punto di vista militare e di diplomazia italiana ed europea, non da meno furono gli sforzi economici e di vite umane, che Firenze fu costretta ad impiegare per la riconquista di Pisa e del suo contado, nonché le innumerevoli umiliazioni per le sconfitte inflittegli dagli indomiti pisani, che in una lettera anonima così scrivevano: noi con firmo e costante animo defendiamo e defenderemo questa città insino al sangue e ad la morte, sopportando ogni cosa dura, difficile e extrema per salute di quella e nostra, perché ogni buon cittadino è obbligato così fare; misera e meschina è quella Repubblica che per sua degnità e conservazione non ha li suoi cittadini parati per morire.
In questa guerra andarono distrutte la maggior parte delle fortificazioni militari pisane e gran parte dell’arredo urbano.
Tanti pisani se ne andarono, preferendo ire sparsi per lo mundo prima di soggiacere a Firenze, ma anche la Repubblica Fiorentina, indebolita da questa guerra, trovò la sua fine nel 1530 grazie all’avvento al potere della famiglia fiorentina dei Medici, Pisa e Firenze vennero inglobati insieme in quello che diventerà il Granducato di Toscana.


ma chi era Vincente Della Chiostra di Meuccio?

Vincente Della Chiostra fu sicuramente un personaggio importante della Repubblica Pisana, come si può dedurre dalla cronaca della sua uccisione, quando nell’aprile del 1502, il fiorentino Piero Vaglienti scriveva che : In questo tempo essendo el campo de fiorentini nel contado di Pisa per dare el guasto a’ grani, uscì di Pisa uno loro capo di cavalleggeri chiamato Vincente della Chiostra el quale si fe loro incontro per braveria, onde e fu attorniato dalle fanterie di messer Criaco Dal Borgo e fu preso. M’avanti fusse preso fu fedito di tre fedite di lancia lunga, delle quali una n’era ne la pancia mortale la qual passava dentro nelle interiora ; di che ne fu mandato qui a Firenze in cataletto perché di lui facevano gran conto. E venendone, giunse alla Casellina discosto a Firenze a tre miglia, e per non lo fare venire di dì in Firenze lo feciono posare quivi insino alla notte, perché arebbe auto troppa gran bussa se veniva di dì de romore di popolo, dove la Signoria vi mandò a medicallo. E la sera peggiorò i’ modo che alle 3 ore di notte si morì delle fedite aveva ; che n’hanno fatto e pisani gran conto, benché non fusse uomo di lieva imperò ch’era figliuolo d’uno vinaiuolo in Pisa che vendeva vino a uno luogo si dice la Chiostra (Vicolo del Porton Rosso) e per questo erano chiamati que dalla Chiostra ; ma sono nativi di Calci ; e frate carnali del padre sono mugnai a Calci e chiamavansi que di Meuccio.Vincente Della Chiostra venne vendicato da due suoi fratelli, che nel 1506 catturarono e uccisero colui che l’aveva ucciso, come si evince dal diario del fiorentino Piero Vaglienti:  Addì 27 di novembre anno 1506 rispetto l’avere e pisani preso un connestabile de fiorentini detto ‘l volterrano e per sopra innominato ‘l Bufolo uomo molto adoperatosi pe’ fiorentini ne’ casi de’ pisani e molto fedelmente per cagione dello aversi adoperato si bene in favore de’ fiorentini e perché in una mischia uno si chiamava Vincente Della Chiostra pisano, in guerra come si fa tra soldati e soldati di poi detto Volterrano essendo preso da’ pisani, e fratelli di detto Vincente Della Chiostra l’ammazzonno per vendetta del fratello. Donde qui avendo tale nuova si raunonno e Dieci e li Otto e diliberonno che per tale cagione duo pisani di quelli funno presi in sul Monte a San Giuliano, quando Don Michele (Miguel de Corella) prese lo ‘mbasciadore di Lucca insieme con molti pisani, cioè Giovanni Orlandi (di Pisa) e Miniato del Seppia (di Cascina) stati in prigione più di tre mesi e quasi e sanza dubbio liberi della morte e di già dato loro in prigione larghezza, funno impiccati alle finestre del capitano in sulla piazza del capitano de’ Signori; e liberamente se non seguiva tale cosa erano certamente un dì scambiati con qualche altro prigione.

danni causati dalla Zambra

Dettaglio dei danni cagionati dal torrente Zambra, la mattina del dì 7 novembre 1785 dalle ore 6.00 alle ore 7.00

Da questo meticoloso resoconto si ha uno spaccato chiaro e interessante della vita e delle attività artigianali che formavano il tessuto economico del nostro Paese.
Ma penso sia anche importante capire perchè in una sola ora di pioggia torrenziale abbia potuto causare tutti questi danni.
Il Torrente Zambra fuoriuscì dagli argini, entrò nelle case e spazzò via tutto quello che trovò lungo il suo corso.
I danni ammontarono ad oltre £100.000 cifra rilevante per la nostra economia.
Da questo minuzioso conteggio era escluso il computo del mancato guadagno, specialmente per i numerosi molini, resi inutilizzati per diverso tempo.
Anche l'Aldio, il canale macinante che alimentava questi edifici molitorii, fu fortemente devastato in ogni suo tratto e in alcuni punti spazzato via del tutto, così come "i ponti canali" che raccordavano l'Aldio da una sponda all'altra della Zambra.
Di questa relazione pensiamo di farne una piccola pubblicazione a parte, perchè siamo certi che interesserà a tutti i calcesani, avere un prospetto della vita settecentesca che improvvisamente venne interrotta in ogni sua attività.
Benchè avesse piovuto ininterrottamente e abbondantemente per un'ora intera, a nostro giudizio, le cause di questo disastro, vanno ricercate nell'indiscriminato disboscamento, che proprio in quegli anni, si andava registrando sui nostri monti con l'abolizione della famosa "Servitù dei pini" avvenuta con Motu Proprio granducale nel 1769.
Tutte le pinete, fino ad allora tenacemente protette, poterono essere estirpate, e il terreno messo a coltivazione, sia in oliveto nella parte più bassa del monte, sia a castagneto nella parte più alta.
La completa spoliazione delle pendici del monte, unita ad una insolita precipitazione atmosferica, fu la causa di questa funesta inondazione.
Lo studio della storia passata, oltre ad essere interessante per una maggiore comprensione storica, ci offre, a saperlo bene interpretare, anche utili nozioni per comportamenti futuri.
Pensiamo infatti ai devastanti incendi che in estate flagellano la nostra penisola, ed è per questo che insistiamo perchè si faccia sempre una attenta prevenzione e buona guardia per difendere le nostre pinete dai rovinosi incendi, che potrebbero mettere a nudo le pendici dei nostri monti. 

Giovanni Benvenuti
Compagnia di Calci





9 OTTOBRE 2012 chiunque abbia foto e filmati della zambrata e dei relativi danni sul territorio, le conservi, presto manderemo un resoconto scritto e fotografico al Comune di Calci, Provincia di Pisa e a Fiumi e Fossi.
Inoltre tutto il materiale raccolto verrà dato al Progetto Quale futuro per la Zambra? http://www.zambracalci.it/

venerdì 5 ottobre 2012

8 ottobre riunione Comitato per Pisa e Provincia

http://multimedia.quotidiano.net/?tipo=photo&media=44200


Pisa, giovedì 20 settembre 2012 -2013 in stilepisano

ATTO COSTITUTIVO E STATUTO

Art. 1  - Costituzione
E’ costituito su iniziativa delle sottoscritte associazioni  il comitato senza fini di lucro denominato “Comitato per Pisa capoluogo di provincia”

Art. 2  - Sede
Il comitato ha sede a Pisa in via Pietro Gori, 17 presso la sede dell’Associazione degli Amici di Pisa

Art. 3 - Durata
Il Comitato ha durata fino al raggiungimento dello scopo dichiarato che dovrà essere deliberato dall’assemblea degli aderenti.
Art. 4  - Scopo
Il Comitato intende perseguire i seguenti scopi:

-promuovere una modifica dell’art 17 della legge 135/2012 affinché i criteri di determinazione del capoluogo della nuova provincia siano espressi: sulla base di criteri oggettivi relativi alla dimensione ed alla popolazione del territorio provinciale preesistente, posizione baricentrica rispetto al territorio della stessa (art.17 comma 4/bis), alla dimensione e alla popolazione del territorio provinciale preesistente, alla presenza di istituzioni, aziende pubbliche, enti pubblici, istituzioni universitarie sanitarie e di ricerca, presenza di infrastrutture interconnesse, presenza e arrivi turistici nell’anno, l’offerta di patrimonio artistico.

-promuovere una modifica dei criteri contenuti nella deliberazione del consiglio dei ministri del 10.7.2012 (G.U. n. 171 24.7.2012- criteri per il riordino delle province) che tenga conto anche  dei parametri oggettivi contenuti al punto precedente.
-promuovere le ragioni della incostituzionalità della legge in particolare rispetto a quanto contenuto negli articoli 5, 114, 133 c.1 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Art. 5 - Promotori
Il numero dei promotori è illimitato. Possono essere promotori del Comitato tutte le persone fisiche, le persone giuridiche e gli enti che ne condividono gli scopi dell’organizzazione e si impegnano in qualsiasi modo, ed ognuno per le proprie possibilità e capacità, a realizzarli.

Art. 6  - Organi sociali
Sono organi del comitato: l’Assemblea, il Consiglio Direttivo, il Presidente.

Art.7 - Composizione dell’Assemblea
L’Assemblea si compone di tutti i promotori del Comitato. L’Assemblea è presieduta dal Presidente del Comitato.
Art.8 - Convocazione
L’Assemblea viene convocata tramite posta elettronica e annunci sui quotidiani locali.

Art. 9 - Maggioranze
L’Assemblea è regolarmente costituita in prima convocazione con almeno metà dei promotori in proprio o per delega. In seconda convocazione le delibere sono valide con qualsiasi  numero di intervenuti.  L’Assemblea delibera a maggioranza dei presenti.

Art. 10 -Consiglio Direttivo
Composizione del Consiglio Direttivo. Il Comitato è amministrato da un consiglio direttivo composto da un minimo di cinque ad un massimo di undici membri eletti dall’Assemblea. Il Consiglio Direttivo dura in carica fino al raggiungimento degli scopi associativi. Il Consiglio Direttivo elegge al suo interno un Presidente.

Art. 11 -Convocazione del Consiglio Direttivo
Il Consiglio Direttivo è convocato dal Presidente secondo le modalità di convocazione dell’Assemblea. Le delibere del Consiglio direttivo sono valide se vengono prese a maggioranza dei presenti. Il Consiglio Direttivo si occupa della gestione ordinaria e straordinaria del Comitato. Il Consiglio Direttivo elegge al suo interno un Segretario verbalizzante ed un Vice Presidente.

Art. 12 – Gratuità delle cariche sociali
I Consiglieri e il Presidente non hanno diritto a nessun compenso né a gettoni di presenza.

Art. 13 - Contributi e Patrimonio
I contributi sono versati in forma libera e senza quota minima da parte dei promotori. Il patrimonio è costituito da: le quote d’iscrizione, i contributi e liberalità ricevute, riserve accantonate di avanzi di gestione.
Art. 14  Rendiconto esercizio sociale-
devoluzione del patrimonio
L’esercizio sociale coincide con l’anno solare. Al termine di ogni esercizio il consiglio direttivo provvede alla redazione del rendiconto da approvare da parte dell’Assemblea. All’atto dello scioglimento è fatto obbligo di devolvere il patrimonio secondo le volontà emerse dall’Assemblea.

Art. 15 Norme di rinvio
Non previsto nel seguente statuto si rinvia alle norme generali del Codice Civile.

riunione del Comitato lunedì 8 ottobre ore 21.15 sede Amici di Pisa, via Gori 17 Pisa, Quartiere di San Martino in Kinzica



appello alle Associazioni Calcesane

Carissime Associazioni, in data 20 settembre 2012 in via Gori a Pisa, si sono riunite diverse Associazioni e Cittadini/e per formare il Comitato Pisa Capoluogo di Provincia.
la nostra protesta chiederà al Governo Italiano che siano ridotti i costi reali della politica: numeri parlamentari, senatori, consiglieri e assessori provinciali e regionali, aziende partecipate, consorzi, autoblu, stipendi, pensioni, privilegi inutili, spese folli di Regioni e Stato, abolizione degli Ato ecc.

Vi chiediamo di aderire il prima possibile al Comitato contattandoci a questa mail, oppure di chiamare al 3386761609
ricordatevi che le Regioni sono nate negli anni 70 e che costano più delle Province.

Se Livorno diventerà Capoluogo, il nostro territorio perderà: Inail, Inps, Camera di Commercio, Catasto, Confesercenti, Confcommercio, Agenzia delle entrate, Motorizzazione, Questura, Prefettura ecc. con tutto l'indotto per Ristoranti, Bar, Negozi ecc.

Siamo anche favorevoli a due Capoluoghi: Pisa e Livorno, con distribuzione di Enti e servizi.
Giova ricordare che la Provincia di Livorno faceva parte della Provincia di Pisa fino al 1926!!


per aderire al Comitato: compagniadicalci@libero.it

lunedì 8 ottobre alle ore 21.15 ci sarà una riunione del Comitato, ci farebbe piacere la Vostra presenza.


P.S.

E' arrivato il momento di schierarsi, scegliere tra essere calcesani e pisani, oppure scegliere passivamente l'ennesima decisione dall'alto che ci vuole calcesani, (fino a quando?) livornesi e sempre più sudditi della Regione Toscana che ancora deve rispondere dei 260 milioni di € spariti nell'Asl di Massa o dei 15 milioni di € spesi nel Vespucci di Peretola, con chiaro danno per Pisa.
I nostri politici non ci difendono, dobbiamo farlo noi! una volta risolta la questione della Provincia, chiederemo come Compagnia di Calci, che il Comitato per Pisa Capoluogo di Provincia, valuti bene di fare una proposta per un ridimensionamento della Provincia e della Regione. Ogni Provincia  dovrà diventare un Consiglio di Comuni, con un Rappresentante per ogni Comune. mentre la Regione dovrà diventare un Consiglio di Province, con un Rappresentante per ogni Provincia. quindi le elezioni provinciali e regionali saranno abolite, i Consiglieri Regionali e Provinciali spariranno, mentre all'interno dei Consigli Regionali e Provinciali, i Membri eleggeranno il Presidente e gli Assessori, che riceveranno solo un rimborso per le loro spese legate alla loro funzione politica.
La vera forza democratica saranno i Comuni, i quali si potranno anche accorpare, cambiare Provincia, accorpare servizi ecc. sempre se i loro cittadini lo vorranno e lo decideranno con un referendum. da parte nostra il Presidente, gli Assessori, i Consiglieri Provinciali che non si sono mossi in favore di Pisa, prima della nascita del nostro Comitato, dovranno dimettersi e non ricoprire più cariche amministrative comunali, provinciali, regionali, nazionali. si cercheranno un lavoro idoneo alle loro capacità.
Andremo a Firenze! andremo a Roma! Calcesani svegliamoci!






appello ai Sindaci della Provincia di Pisa


“COMITATO PER PISA CAPOLUOGO”
               
                        Pisa, Mercoledì 3 Ottobre 2012 ( 2013 S.P. )

   
Al Sindaco di Pisa                                                            
Al Presidente della Provincia di Pisa                                 
Al Presidente dell’ UPI Unione Province Italiane
Ai Sindaci della Provincia di  Pisa
   
Oggetto: Il riordino delle provincie italiane – appello ai Sindaci della Provincia di Pisa affinchè operino come quelli della Provincia di Siena. 

Gentili Autorità in indirizzo,
    siamo costretti a ritornare sull’argomento “ riordino delle province italiane “, dopo aver avuto notizia che il CAL toscano non è stato in grado di formulare un’ipotesi di riordino; quindi riteniamo che  i giochi  siano ancora aperti e ciò vale anche a livello nazionale.
 Infatti, ad esempio, la Regione Veneto che avrebbe dovuto ridurre le provincie da 6  a 4 ha deciso di lasciare tutto invariato, specificando che quella di Belluno andrebbe confermata in ragione della sua specificità ( ?) .
 La provincia di Treviso viene mantenuta grazie all’annessione del Comune di Scorzè ( operazione assolutamente vietata ai fini del raggiungimento dei requisiti).
 Rovigo si salverebbe, in relazione alla sua peculiarità territoriale del Polesine ( ? ).
 Padova viene confermata “ per le caratteristiche peculiari del territorio “ ( ? ).
Anche in Toscana sembrerebbe che Arezzo possa mantenere la sua provincia, pur non avendo raggiunto il requisito della popolazione.
A Siena rileviamo che i 35 sindaci( su 36 ) del territorio hanno lanciato un appello “ per salvaguardare le competenze territoriali, rivedere i parametri di legge e tutelare la vocazione storico-culturale di Siena come capoluogo”.
    Quindi riteniamo doveroso ribadire quanto comunicato il 22 Settembre scorso alle autorità locali e ai politici locali, a tutti i livelli di incarico, circa l’opportunità di far presente che potrebbero richiedere a giusta ragione per la nostra Provincia, l’ applicazione, in sede di redazione dei regolamenti attuativi della legge, di un criterio di compensazione tra i parametri presi a base per l’accorpamento delle Province. Confermiamo quanto già espresso che alla Provincia di Pisa mancano 56 kmq di territorio ( il 2% in meno rispetto al parametro/territorio ), ma, con la sua popolazione di 417.000 abitanti, supera del 19% il paramentro/popolazione.
    Infine facciamo appello a tutti i Sindaci ( 39 ) della Provincia di Pisa, affinchè si esprimano a favore di questa idea di compensazione e della conservazione di Pisa come capoluogo, così come è stato fatto per Siena dai Sindaci della provincia senese. Questa potrebbe essere un’ulteriore dimostrazione di chiarezza nei confronti degli oltre 400.000 abitanti i quali pretendono che i loro Sindaci si esprimano sul loro legame alla città di Pisa; se così non fosse escano allo scoperto e si sottopongano al giudizio politico dei cittadini. 
                                   Cordiali Saluti
(Dr. Franco Ferraro)
Presidente dell’ Associazione degli Amici di Pisa
e per conto e delle altre Associazioni partecipanti al Comitato:


Accademia Nazionale dell’Ussero
Accademia dei Disuniti
Associazione Amici dei Musei e Monumenti Pisani
Associazione degli Amici di Pisa
Associazione RSVP, Rivalutiamo Senza Vincoli Partitici-Pisa
Associazione CENTO
Compagnia dello StilePisano
Rinascita Pisana
Fare Ambiente laboratorio per Pisa
Compagnia di Calci
Comitato Vivi la Piazza
Commissione mercato del Duomo