lunedì 22 luglio 2013

la Compagnia di Calci contro la festa del Machiavelli


17 luglio 2013

alla cortese attenzione del Sindaco, degli Assessori e dei Consiglieri Comunali di Cascina

oggetto: Cascina festeggia il Principe Machiavelli

Il 5, 6, 7 luglio 2013 a Cascina si è festeggiato "Il Principe" in onore di Machiavelli.
Forse i promotori di tale festa non sanno che costui usò ogni mezzo per uccidere i pisani della Città e della Provincia, Cascina compresa.
Nel 1406 Pisa fu venduta a Firenze, i fiorentini non conquistarono mai militarmente Pisa, ma entrarono in Città dopo un lungo assedio grazie ad un traditore che aprì loro le porte. iniziò con il 9 ottobre 1406 una delle più dure dominazioni della storia d’Italia, i pisani furono costretti ad emigrare in altri stati italiani o all’estero, altri si rifugiarono nel vicino contado, un migliaio vennero deportati a Firenze nei campi di prigionia.
Firenze tramite soprusi e angherie, costrinse centinaia di importanti famiglie ad abbandonare Pisa, la popolazione passò nel giro di alcuni anni, da circa 40.000 a 7468 abitanti, coloro che riuscirono a rimanere, furono portati alla povertà da tasse insostenibili, le loro case e i loro beni vennero distrutti o bruciati.
Vennero vietate le Arti, impedita la mercatura e la navigazione, il processo di interramento del porto pisano continuò inesorabile per la mancanza di lavori di manutenzione idrica, una volta ottemperati dalla ormai disciolta Magistratura delle Acque.
I fiorentini favorirono l’insediamento a Pisa di nuovi abitanti, per lo più toscani e fiorentini, si pensi che il 40 % dei bambini battezzati a Pisa fra il 1457 e il 1494 avevano genitori che non erano nati a Pisa, ma che vi si erano trasferiti, la cosiddetta denazionalizzazione stava dando i primi frutti.
A quei pochissimi pisani che riuscirono a rimanere in Città e nel Contado, non rimase quasi altro che coltivare la terra come mezzadri o distruggere le proprie case per non pagare così più le tasse e per rivendere le pietre delle loro case come materiale da costruzione.
Altro aspetto importante fu il cambiamento urbanistico e architettonico della Città e degli altri borghi pisani, tra cui anche Cascina, che vide smantellate parte delle sue mura.

Nel 1494 Carlo VIII Re di Francia giunse in Italia per conquistare il Meridione, sul quale vantava diritti di successione, il viaggio di ritorno poteva essere insidioso e denso di pericoli, quindi il re francese pensò di farsi degli alleati durante il viaggio d’andata.
La sera del 8 novembre il Re venne ricevuto nel palazzo Giuli Rosselmini Gualandi, sul Lungarno Gambacorti, (Palazzo Blu) allora di proprietà di Giovanni Bernardino Dell’Agnello. Pisa venne liberata e la gioia dei pisani fu incontenibile, vennero cacciati i fiorentini, e tutto il Contado pisano si ribellò: Buti, Vecchiano, Ripafratta e tutta la Valdiserchio, Vicopisano, Cascina, Calcinaia, Bientina e Calci, i castelli di Lari, Cevoli, Guardistallo, Palaia, Ponsacco, Peccioli, Riparbella, Lorenzana, Santa Luce, Usigliano, Morrona, Terricciola, Chianni, Soiana e molti altri castelli pisani che oggi formano le Province di Pisa e di Livorno.
Seguirono 15 anni di guerre, massacri, deportazioni, con i pisani sempre pronti a riprendersi i castelli perduti. A Pisa affluirono nel 1499 gli abitanti della Provincia, che insieme ai cittadini resisterono alla fame e alle cannonate per dieci anni, soli contro tanti Stati pagati da Firenze, tanti di questi contadini venivano da Cascina.
Nel 1503 Leonardo da Vinci tentò di deviare l'Arno per fare in modo che dal mare non arrivassero più via Arno i rifornimenti ai pisani, ma fallì miseramente.
Il Machiavelli tentò con qualsiasi mezzo di riavere il Contado Pisano: ordinò torture, stragi, stupri, non fece rispettare i patti di guerra, usò tutti quei nobili mezzi elencati nel "Principe" (il fine giustifica i mezzi). 
L’assedio continuò, i fiorentini, non potendo vincere i pisani militarmente, bruciarono tutte le coltivazioni del Contado pisano. I pisani non avevano più da mangiare, i fiorentini avevano speso tutte le loro risorse, fu così che si arrivò ad una pace forzata, che fu firmata nel maggio del 1509 da dieci pisani (cinque della città e cinque del contado) i pisani prigionieri vennero rilasciati e i fiorentini rientrarono in Pisa l’8 giugno.

Questa guerra impartì una dura lezione a Firenze, sia dal punto di vista militare, che soprattutto a livello di diplomazia italiana ed europea, e non da meno furono gli sforzi economici ma soprattutto di vite umane, che Firenze fu costretta ad impiegare per la riconquista di Pisa e del suo Contado, nonché le innumerevoli umiliazioni per le sconfitte inflitte dagli indomiti Pisani. 
In questa guerra andarono distrutte la maggior parte delle fortificazioni militari e gran parte dell’arredo urbano di Pisa, Calci, Buti, Ponsacco, Cascina e altri paesi.
Tanti pisani lasciarono la città, preferendo "ire sparsi per lo mondo" prima di soggiacere a Firenze, quella resistenza fu talmente eroica, che i pisani vennero definiti "la gloria et l’honor de li Italiani".
Anche la Repubblica Fiorentina, indebolita da questa guerra, trovò la sua fine nel 1530 grazie all’avvento al potere dei Medici, che poi dettero vita al Granducato di Toscana.

Oggi ci pare assurdo che a Cascina, paese legato da sempre a Pisa, si festeggi Machiavelli, colui il quale ordinò di distruggere Cascina e gli altri paesi pisani, è vergognoso che ci si dimentichi dei nostri antenati che hanno dato la loro vita per darci la libertà! chi dice che il medioevo è un periodo buio è un ignorante! il medioevo ci ha dato le chiese, le pievi, i castelli, le torri, le opere d'arte a Pisa e in Provincia! la Torre di Pisa, gli altri Monumenti di Piazza del Duomo, le mura e la Torre civica di Cascina, la Badia di San Savino, San Jacopo a Zambra, la Pieve di San Casciano, la Pieve di Cascina, il Castello di Ripoli ecc. sono figli di una unica madre: la nostra Pisa! la Repubblica Marinara! sono figlie del medioevo e non di un periodo buio come il rinascimento!

In memoria di tutti i cascinesi e le cascinesi che lottarono contro Firenze e vari stati italiani ed europei per mantenere libera Cascina e la Repubblica Pisana dal 1494 fino al 1509, lanciamo un appello al Sindaco, agli Assessori ed ai Consiglieri del Comune di Cascina: Aboliamo ogni tipo di festeggiamento in onore di Machiavelli, Da Vinci, Guicciardini ecc. festeggiamo un evento che veda Cascina vittoriosa, una festa di Cascina, delle sue tradizioni e del suo legame con Pisa! non una Festa per chi tentò di distruggerla.

Sicuri che accetterete questa nostra richiesta, porgiamo distinti saluti.

Associazione Compagnia di Calci
Alessandro Ercolini

Nessun commento:

Posta un commento